Dal nostro concepimento abbiamo bisogno di spazio. E ne abbiamo bisogno dopo il parto, e ancor di più per il nostro futuro sviluppo. Più questo spazio è in sintonia ai nostri bisogni, “meglio” cresciamo. I genitori creano questo ambiente affinché sia appropriato alle nostre esigenze. Ma lungo la nostra esistenza abbiamo relazioni con le persone più varie e non sempre riusciamo a viverle bene. Quando non le viviamo in maniera soddisfacente, possiamo subire ferite. Il nostro corpo si adatta: si apre nelle esperienze belle, si chiude nelle esperienze brutte.
Nel craniosacrale biodinamico si stabilisce un campo di ascolto ricettivo e non giudicante nel quale si viene accolti con rispetto e spaziosità. Ed è proprio la spaziosità che si sente a stimolare la fiducia ad aprirsi a questo momento, e a lasciare andare le difese, così da andare nella profondità della quiete. Ne deriva un senso di profondo benessere.
Cosi come il grembo familiare è un luogo che ci fa crescere secondo le nostre esigenze, allo stesso modo il campo di accoglienza terapeutica, nel quale avviene la comunicazione tra operatore e cliente, diventa uno spazio “familiare” per il ricevente.
Salvatore Di Mattia
Rispondi